Architettura ed ecologia: la sfida di Roberta Boggi e Chiara Carrarini

boca

Dare nuova vita ai rifiuti, promuovere un uso efficiente delle risorse nell’architettura. Sempre più spesso capita d’incontrare giovani laureati sensibili al tema del riuso, della trasformazione di materiali e vecchi oggetti. Complici, sicuramente, un’attenzione al riciclo e all’ambiente e uno spiccato senso estetico. E così è stato anche per Chiara Carrarini e Roberta Boggi, architetti di Acquapendente fondatrici del Boca Design, progetto basato sulla realizzazione di oggetti e installazioni con legno da riciclo e materiali fluidi.

Per Chiara è stata una scelta naturale, un’esigenza forse più a livello genetico che conscio o programmato. È cresciuta tra i cantieri e i ponteggi, grazie a suo padre che è architetto e ai suoi zii che sono artisti e decoratori. “Fin da piccola mio padre mi portava con sé in giro per cantieri, in mezzo alla polvere o arrampicata su un ponte. Da grande poi ho sempre frequentato il suo studio e ho collaborato ai lavori di decorazione e restauro del Teatro Boni di Acquapendente realizzati dai miei zii, i Fratelli Consoli. Si può dire quindi che l’Architettura e l’Arte sono stati elementi essenziali per la mia crescita ”.

Roberta è un architetto dalla personalità essenziale, appassionata, concettuale e poliedrica. “Ho frequentato la Facoltà di Architettura e sono autodidatta su arte contemporanea e design. Secondo la mia opinione, l’avvicinamento e la sensibilità verso le manifestazioni dell’arte sono processi naturali e liberi. Sono più legata alla conoscenza della società che all’insegnamento accademico”.

Due personalità diverse ma accomunate dallo stesso interesse per l’ambiente, per l’architettura sostenibile e dallo stesso obiettivo: investire nelle produzioni locali, diventare un’industria collettiva a Km0, legandosi alle realtà produttive del territorio. Nate e cresciute ad Acquapendente, Chiara e Roberta si conoscono da sempre. Sono diventate amiche durante il periodo del Liceo. Il loro rapporto poi si è evoluto dopo gli studi universitari. Dopo un percorso di studi diverso, Roma e Firenze, si sono ritrovate nuovamente ad Acquapendente, entrambe con gli stessi interessi ed entrambe con una forte esigenza di mettere in pratica a livello creativo tutto quello che fino a quel giorno aveva fermentato in loro. “Si può dire che è stata un’ esigenza creativa che ci ha portato a sperimentare con la materia per creare qualcosa che andasse al di là del solo concetto astratto. E’ stato in occasione di Urban Vision Festival del 2015, organizzato ad Acquapendente, che abbiamo avuto l’occasione di farci conoscere, di esporre le nostre creazioni e di metterci in gioco realmente, da li poi si sono aperte tutta una serie di strade, collaborazioni, opportunità e sfide che ci hanno permesso di evolvere e crescere come BOCA Design, progetto basato sulla creazione di oggetti e istallazioni con materiale di riciclo”.

Dalla filosofia che guida BOCA Design nascono delicati oggetti al confine tra scultura  e design, dove le forme seguono la natura dei materiali, il tutto all’interno del concetto di riciclo e rivisitazione della materia nella sua essenza. “Principalmente recuperiamo materiali di scarto da alcune fabbriche di cucine, ritagli provenienti da falegnamerie e pezzi particolari di recupero dai cantieri edili che seguiamo per lavoro. Lo stesso materiale elettrico viene acquistato da un fornitore del luogo. Mettendo al centro della dimensione abitativa l’uomo con le proprie esigenze e necessità, BOCA Design progetta uno spazio compatibile e sostenibile. Nella pratica progettuale si associano oggetti d’autore, artigianato locale e design autoprodotto in un mixage efficace raffinato e concreto. L’autoproduzione è il nostro tema principale e viene applicata alla parte illuminotecnica. La lampada non è un oggetto domestico come gli altri perché è costituita da una forma e da una performance, oggetto ed effetto. E’ proprio quest’ultimo che modifica la percezione spaziale influenzando notevolmente lo scenario abitativo”.

Recentemente Chiara e Roberta hanno partecipato all’iniziativa di Bic Lazio, Sector Open Lab Digital Craft nello Spazio Attivo dell’Incubatore ICult di Viterbo, una sorta di sfida tra sette progetti  nella filiera dell’artigianato artistico. “E’ stata un’esperienza ricca di contenuti, da un lato ci ha fatto capire quali sono le dinamiche legate a marketing ed e-commerce, dall’altro ci ha dato la possibilità di sperimentare nuove tecniche di lavorazione grazie alla collaborazione con il Fab Lab mediante  l’utilizzo di stampanti laser e 3d”.

Ma non solo. Hanno trasportato BOCA Design a Vienna e successivamente a Milano per Design Circus, una manifestazione collaterale legata al design autoprodotto. “Attualmente stiamo lavorando per il Fuori Salone di Milano, al quale parteciperemo in Aprile con esposizioni in diversi punti della città. Inoltre già da un po’ di tempo stiamo sperimentando nuovi linguaggi, che si avvicinano al mondo dell’arte e della musica, installazioni temporanee e performance. Abbiamo iniziato nuove ed eccitanti collaborazioni locali, una con Officine delle arti e dei mestieri di Acquapendente che si occuperà principalmente di sperimentazione creativa a 360°, l’altra invece è una partecipazione attiva per l’organizzazione  e la realizzazione dell’edizione 2016 di Urban Vision, che si terrà ad Acquapendente dal 7 al 9 luglio e che prevede tutta una serie di iniziative, esposizioni e performance di Street Art, Fotografia, Musica, Teatro e molto altro. Inoltre è prevista una collaborazione con Studio Altresì di Nepi che oltre alla progettazione architettonica, organizza eventi temporanei legati al design autoprodotto”.

Tenacia, costanza e voglia di mettersi in gioco, sono gli ingredienti vincenti di Chiara e Roberta, che, a chi volesse intraprendere la loro strada, consigliano: “Curare l’aspetto concettuale del progetto è necessario, entrare in sintonia con l’ambiente naturale è di forte aiuto, capire necessità ed esigenze dell’uomo in relazione al proprio contesto ambientale. Sulla base di un progetto si sviluppa un prodotto come risultato di conoscenza, ricerca, sensibilità, creatività, attualità: è questa la carta vincente del BOCA Design”.

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