Associazione Murialdo dove l’Accoglienza è di casa

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Una casa. Pareti tra le quali un bambino ritrova calore, abbracci e comprensione. Ma l’amore di una famiglia non è appannaggio scontato per ogni bambino. Quando si nasce in realtà di abbandono e di degrado,  un piccolo può diventare improvvisamente un peso, un fastidio. E quegli esseri umani che lo hanno messo al mondo, e che dovrebbero assicurargli tutto l’amore e l’esistenza serena a cui lui ha diritto, si rivelano tristemente inadeguati a farlo. Parliamo di situazioni estreme ma comuni a tutte le città. Una realtà presente anche nel territorio di Viterbo e provincia, dove dal 1984 opera la Casa Famiglia dell’Associazione Murialdo. Incontriamo Diana Dimonte, responsabile dell’Associazione dal 2002. Da circa tre quarti di secolo l’Associazione Murialdo opera a Viterbo a favore dei ragazzi in difficoltà, attraverso interventi discreti e mirati al recupero del loro benessere e al sostegno delle loro famiglie. “Per noi sono fondamentali l’accoglienza e la condivisione” esordisce Dimonte. “Solo attraverso il sentirsi amati e non respinti, ognuno può cominciare a voler bene a se stesso e a pensare di avere il diritto di essere amato. E cominciare a voler bene anche agli altri”. Un’Associazione fortemente radicata sul territorio, che ultimamente si avvale anche dell’ausilio di due bellissimi golden retriever, che vengono impiegati con i ragazzi come pet therapy.

Per prima cosa Diana Dimonte ci accompagna a vedere le strutture della Casa Famiglia e del Centro Diurno. Ci affacciamo in una stanza calda e accogliente e ci salutano sorridendo molti bambini, impegnati nei compiti o nei giochi a fianco degli educatori.  “Spesso mi viene posta questa domanda: perché lo fai? E io rispondo: perché no?”, aggiunge la responsabile. “Non mancano i momenti di sconforto o di fatica quando si vive a fianco di questi ragazzi. Ognuno di essi ha una storia fatta di dolore, troppo pesante perché possa affrontarla da solo. Ma mi ritengo una persona fortunata, e forse il mio operato è un modo per pareggiare i conti con la vita”.

Le situazioni di disagio vengono normalmente segnalate ai servizi sociali del comune. A seguito di ciò, si possono dosare e calibrare diverse possibilità per tutelare i minori interessati. Sostegno esterno alle famiglie nel compito educativo; frequenza del Centro Diurno per incentivare svago e socializzazione. Nei casi più gravi, e cioè in caso di abusi fisici o psichici accertati, dichiarati inadeguati dalla legge i genitori a svolgere il loro ruolo genitoriale, i minori vengono accolti fuori dalla loro famiglia di origine, e vengono ospitati in affido presso una famiglia del luogo, oppure in Casa Famiglia. Luoghi dove trovano persone in grado di far recuperare loro la fiducia, di aiutarli a crescere, e di dargli tutto l’affetto e la comprensione di cui hanno bisogno. Le famiglie affidatarie e gli operatori si sforzano di assicurare ai piccoli niente di più che la bellezza della normalità della vita quotidiana. La scuola la mattina, i compiti di pomeriggio. I giochi con i compagni. “Ma per i bambini che vi trovano asilo è comunque un’esperienza traumatica” aggiunge Diana Dimonte. “Quello che dall’esterno si configura oggettivamente come una situazione di abusi, per loro non è nient’altro che la routine, l’unico modo di stare in famiglia che abbiano mai conosciuto. Per questo è importante che continuino a vedere i loro genitori, anche in funzione del loro futuro reinserimento nella famiglia di origine”. Ogni bambino ha per sé un personalissimo progetto di supporto e di recupero, e un team di psicologi ed educatori valuta volta per volta quale soluzione sia migliore per lui. Chiediamo a Dimonte come sia stato il Natale alla Casa Famiglia di Viterbo. Riflette un po’ poi risponde: “Direi bello. Ma tutt’altro che semplice. Natale è uno di quei giorni in cui si riflette. E ci si domanda perché la persona che ci è vicino in quel momento di festa e che ci abbraccia non è la nostra mamma o il nostro papà, ma un estraneo”. E ancora: “Il nostro compito è alla fine insegnare a distinguere il comportamento degli adulti dall’amore. Se un tuo familiare ti picchia o abusa di te, non lo fa perché ti ama. È complicato uscire da percorsi così dolorosi, ma ci proviamo. Insieme”.   

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www.murialdo.org/assocmurvt

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