2016 anno internazionale dei legumi. La Tuscia con lenticchia e cece

I legumi, ricchi di proteine e sostanze nutritive, sono anche alla base di una dieta equilibrata e parte importante della tradizione alimentare italiana, per questo è positivo il fatto che il 2016 sia stato proclamato dalle Nazioni Unite “Anno internazionale dei legumi”.
L’area a nord di Viterbo è stata caratterizzata nella storia da popolazioni che sono prosperate grazie alla facilità di coltivazione di leguminose, che hanno trovato nel territorio vulcanico della zona il terreno adatto alla propria crescita.
Quasi ogni paese della zona è caratterizzato dalla presenza di un legume-principe, a cui spesso sono dedicate sagre nei mesi estivi.
La Tuscia, annovera, tra le proprie eccellenze Lenticchia di Onano,Fagioli del purgatorio, Farro Pregiato di Acquapendente, Cece del solco dritto di Valentano, ma anche se non brevettati roveja e cicerchia: considerate storicamente “piatti dei poveri”, spesso coltivate in zone marginali, alcune sono state salvate dall’estinzione e rilanciate. Oggi i legumi sono alla base anche di importanti piatti e ricette della gastronomia locale, proposti con abilità negli agriturismi e da molti operatori della ristorazione. Una qualità dimostrata anche dal successo registrato nei mercati di Campagna Amica dove poter trovare legumi più o meno noti, frutto del prezioso lavoro delle imprese agricole del territorio.
Diventa sempre più importante – non solo promuovere la conoscenza ed il loro consumo, ma anche la loro coltivazione ed un sistema di etichettatura di origine obbligatoria, per ridurre la dipendenza dalle importazioni dall’estero del nostro Paese ed avere un mercato più trasparente. Tra l’altro, a testimonianza del loro impatto positivo sull’ambiente, anche la politica comunitaria premia le rotazioni e la coltivazione di leguminose.

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